Arriva il nuovo loco-tender a tre assi N. 316

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L’Associazione ha sostenuto il costo dell’intero progetto con propri fondi già disponibili, un prestito bancario, prestiti infruttiferi dei soci, contributi delle ditte Quarta Caffè e Avio Selezione di Lecce, alle quali ci si augura che si aggiungano altre aziende o privati desiderosi di contribuire alle spese dell’impegnativo restauro estetico che sarà curato dai nostri volontari, ricorrendo, per quanto necessario, anche a maestranze esterne specializzate.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]10 giugno – Nella sua incessante attività di ricerca e recupero l’AISAF, nei mesi trascorsi, si è imbattuta in una locomotiva a vapore di cui si erano perse le tracce da diversi anni. Si tratta della loco-tender a tre assi N. 316, costruita dalle Officine Meccaniche di Reggio Emilia nel 1913 per la Società Anonima delle Ferrovie Salentine (AFS). La macchina è l’ultima ancora esistente di un gruppo di sei locomotive che hanno operato nel Salento prima con l’AFS e poi, dal 1931 fino alla scomparsa della trazione a vapore, con le Ferrovie del Sud Est.

Nel 1960, con l’ingresso di nuovi locomotori ed automotrici con motori Diesel, le FSE dismisero il folto gruppo di vari tipi di locomotive a vapore che avevano caratterizzato l’esercizio dell’intera rete. Molte furono demolite e alcune cedute ad altre imprese ferroviarie.

Tra queste, la N. 316 fu venduta alla Soc. Emilio Astengo, gestore della movimentazione ferroviaria nel porto di Savona. La macchina restò in servizio sino ai primi anni’70 del XX sec.. Ormai non più atta al servizio, fu poi ceduta ad una ditta di demolizioni di Acqui Terme, per essere infine acquistata da un privato, appassionato di archeologia industriale.

La citata locomotiva riveste un’importanza notevole per la storia ferroviaria del nostro territorio poiché è l’unica superstite del suo gruppo e unica macchina ancora esistente del nutrito parco locomotive della Società per le Ferrovie Salentine, in grado di testimoniare nel nostro Museo, dopo il necessario restauro statico, l’epopea del vapore che caratterizzò dal 1911 al 1960 l’esercizio ferroviario delle ferrovie locali nel Salento.

Nel 2015 sono iniziate le trattative tra l’AISAF ed il proprietario per la cessione del rotabile al Museo Ferroviario della Puglia, conclusesi nel gennaio 2016 con la sottoscrizione di una dichiarazione di vendita del rotabile.

 

Pertanto, nella settimana appena trascorsa si è proceduto al trasferimento della locomotiva, partita il giorno 8 da Castello di Argile (Bologna), dove si trovava, per giungere al nostro Museo Ferroviario venerdì 10 per mezzo di un apposito trasporto stradale eccezionale curato dalla ditta Torino Trasporti di Lecce.

 

La collocazione nel Museo è avvenuta con l’uso di una grande gru da 100 tonnellate della ditta Salento Crane di Lecce, che ha trasferito la locomotiva dal carrello stradale ai binari del piazzale interno del Museo, dove verrà collocata momentaneamente sotto una tettoia per procedere ai necessari lavori di restauro statico.

 

L’Associazione ha sostenuto il costo dell’intero progetto con propri fondi già disponibili, un prestito bancario, prestiti infruttiferi dei soci, contributi delle ditte Quarta Caffè e Avio Selezione di Lecce, alle quali ci si augura che si aggiungano altre aziende o privati desiderosi di contribuire alle spese dell’impegnativo restauro estetico che sarà curato dai nostri volontari, ricorrendo, per quanto necessario, anche a maestranze esterne specializzate.

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Arriva il nuovo loco-tender a tre assi N. 316

10 giugno – Nella sua incessante attività di ricerca e recupero l’AISAF, nei mesi trascorsi, si è imbattuta in una locomotiva a vapore di cui si erano perse le tracce da diversi anni. Si tratta della loco-tender a tre assi N. 316, costruita dalle Officine Meccaniche di Reggio Emilia nel 1913 per la Società Anonima delle Ferrovie Salentine (AFS). La macchina è l’ultima ancora esistente di un gruppo di sei locomotive che hanno operato nel Salento prima con l’AFS e poi, dal 1931 fino alla scomparsa della trazione a vapore, con le Ferrovie del Sud Est.

Nel 1960, con l’ingresso di nuovi locomotori ed automotrici con motori Diesel, le FSE dismisero il folto gruppo di vari tipi di locomotive a vapore che avevano caratterizzato l’esercizio dell’intera rete. Molte furono demolite e alcune cedute ad altre imprese ferroviarie.

Tra queste, la N. 316 fu venduta alla Soc. Emilio Astengo, gestore della movimentazione ferroviaria nel porto di Savona. La macchina restò in servizio sino ai primi anni’70 del XX sec.. Ormai non più atta al servizio, fu poi ceduta ad una ditta di demolizioni di Acqui Terme, per essere infine acquistata da un privato, appassionato di archeologia industriale.

La citata locomotiva riveste un’importanza notevole per la storia ferroviaria del nostro territorio poiché è l’unica superstite del suo gruppo e unica macchina ancora esistente del nutrito parco locomotive della Società per le Ferrovie Salentine, in grado di testimoniare nel nostro Museo, dopo il necessario restauro statico, l’epopea del vapore che caratterizzò dal 1911 al 1960 l’esercizio ferroviario delle ferrovie locali nel Salento.

Nel 2015 sono iniziate le trattative tra l’AISAF ed il proprietario per la cessione del rotabile al Museo Ferroviario della Puglia, conclusesi nel gennaio 2016 con la sottoscrizione di una dichiarazione di vendita del rotabile.

 

Pertanto, nella settimana appena trascorsa si è proceduto al trasferimento della locomotiva, partita il giorno 8 da Castello di Argile (Bologna), dove si trovava, per giungere al nostro Museo Ferroviario venerdì 10 per mezzo di un apposito trasporto stradale eccezionale curato dalla ditta Torino Trasporti di Lecce.

 

La collocazione nel Museo è avvenuta con l’uso di una grande gru da 100 tonnellate della ditta Salento Crane di Lecce, che ha trasferito la locomotiva dal carrello stradale ai binari del piazzale interno del Museo, dove verrà collocata momentaneamente sotto una tettoia per procedere ai necessari lavori di restauro statico.

 

L’Associazione ha sostenuto il costo dell’intero progetto con propri fondi già disponibili, un prestito bancario, prestiti infruttiferi dei soci, contributi delle ditte Quarta Caffè e Avio Selezione di Lecce, alle quali ci si augura che si aggiungano altre aziende o privati desiderosi di contribuire alle spese dell’impegnativo restauro estetico che sarà curato dai nostri volontari, ricorrendo, per quanto necessario, anche a maestranze esterne specializzate.

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