Locomotiva Gr 905 043

LOCOMOTIVA A VAPORE gr. 905.043 F.S

Il progetto delle locomotive Gruppo 905 fu avviato nel 1904 dall’Ufficio Studi di Firenze della Rete Adriatica, e ripreso due anni più tardi dallo stesso Ufficio, nel frattempo passato alle FS.

Si tratta di una loco-tender, cioè una locomotiva che ha a bordo le scorte di combustibile e acqua, a differenza delle locomotive per treni a lunga percorrenza dotate di un carro scorta di acqua, carbone e attrezzi, chiamato tender.

Fu progettata per treni accelerati e omnibus su linee a forti pendenze. La locomotiva montava già il “carrello italiano” progettato da Giuseppe Zara nel 1904, che consentiva migliori inserimenti in curva sulle tortuose linee per le quali era stata progettata.

Potenza e velocità massime erano rispettivamente 540 CV e 70 km/h. Aveva un carico di carbone di 1800 kg e una riserva d’acqua di 5000 litri. Il peso era di 56,3 tonnellate.

Tra il 1908 e il 1912 ne furono costruite 84 unità: le prime 24 dalla Maffei di Monaco di Baviera, le restanti 60 dalla Soc. Ernesto Breda di Milano.

La macchina conservata nel museo fa parte di questo secondo lotto ed è stata costruita nel 1911, come riportato nella targa affissa sul duomo. Ha svolto servizio sino alla fine degli anni ’50 sulle linee appenniniche del Centro Italia, tra Lazio, Abruzzo e Molise

Di questo gruppo di locomotive la 905.043 è l’unica superstite assieme alla 905.032 ospitata nel Museo Nazionale Ferroviario di Napoli Pietrarsa. e conserva, a differenza della sorella napoletana, i respingenti originali a bovolo. Si è salvata dalla demolizione poiché è stata esposta come monumento per un lungo periodo a Tricarico.

Locomotiva a Vapore FS gr 905 043

Velocità massima70 km/h
Potenza540 CV
Capacità di carbone:
1800 Kg
Capacità d’acqua: 
5.000 litri
Peso in ordine di marcia: 56,3 tonnellate
FS gr 905 043

Questa macchina fu accantonata nel 1958, come si leggeva sulla cabina.

 

All’inizio degli anni ’60, in seguito ad una richiesta da parte dei bambini di Tricarico (in provincia di Matera) che da sempre avevano sognato di vedere il treno (la stazione dista circa 10 Km dal paese, situato ad oltre 750 metri s.l.m.), il Comune fece richiesta alle FS, ottenendo la 905.043 da esporre come monumento.

Ma col passare degli anni passò anche l’entusiasmo e la macchina fu lasciata a “marcire” alle intemperie anche perchè, dal giorno in cui fu monumentata, nessuno s’impegnò a riverniciarla e a mantenerla in buono stato.

Passò il tempo ed iniziarono i primi furti di “souvenirs”: volantini, manometri ed anche la targa di immatricolazione sul lato destro. Rimase solo quella sul lato sinistro, ma era in pessime condizioni, nonchè quelle del costruttore. Intanto le lamiere iniziarono a rovinarsi così come la parte posteriore della cabina che si sfondò.

 

Finalmente nel ’97-’98 si decise di toglierla poichè era diventata, mi si perdoni il termine, uno schifo. Sorse poi il problema dell’amianto: la macchina (ancora di proprietà delle FS) venne trasportata a Ferrandina per la decoibentazione e la demolizione.

Vennero smontate le fodere della caldaia e ci furono altri furti di “souvenir” (ciò che rimaneva): forse fu lì che fu asportata anche l’altra targa (quella sul lato sinistro), senza che nessuno intervenisse.

Interrogando i testimoni di questo “delitto”, sono riuscito a scoprire (ciò però non è sicuro al 100%) che la macchina, quando venne monumentata, era già grippata, visto che mi hanno detto che le ruote motrici non giravano e girava solo l’asse portante.

Ciò potrebbe anche essere vero poichè le 905 vennero accantonate tra il 1969 ed il 1970, quindi molto dopo il 1958, e questa circostanza fa pensare che l’accantonamento della 043 sia stato determinato da motivi tecnici.

Consideriamo inoltre che negli anni ’50, in un periodo in cui la trazione a vapore era ancora dominante, non si era diffusa l’idea di monumentare le locomotive (i primi locomotori Diesel arrivarono nel 1958-1959).”

(testimonianza di Antonio Palmira – Taranto)

FS gr 905 043

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